Teatro Prato

da giovedì 22 Marzo 2018 a domenica 25 Marzo 2018

Ifigenia, Liberata del regista Carmelo Rifici al Teatro Fabbricone

Ifigenia Liberata. Foto ©Masiar Pasquali

Al Teatro Fabbricone da giovedì 22 a domenica 25 marzo il regista CARMELO RIFICI (nominato nel 2015 direttore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano dopo il Maestro Luca Ronconi e attualmente direttore artistico di Luganoinscena) porta in scena IFIGENIA, LIBERATA, un affondo nel mito da lui riscritto a quattro mani con Angela Demattè chiamando Eraclito, Omero, Eschilo, Sofocle, Euripide, Girard, Nietzsche, Giuseppe Fornari e Antico e Nuovo Testamento a fornire storie e riflessioni sulla vera protagonista del lavoro: la violenza dell’uomo come realtà inestirpabile e mistero senza fine (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30).

Lo spettacolo è ambientato in una sala prove in cui un regista e una drammaturga, durante una prova aperta dello spettacolo, riflettono con gli attori sul destino di Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitennestra, sacrificata alla dea Artemide per permettere alle navi greche ferme da tempo in Atride di partire per Troia a combattere l’esercito di Priamo.

La messa in scena procede dando voce alle ragioni di tutti i personaggi della vicenda, da quelle di Agamennone a quelle di Menelao, Ulisse e Clitemnestra, sino a mostrarci il pianto purificatrice della stessa Ifigenia, che alla fine si convince, assecondando la volontà di tutti, di morire per una causa più alta e nobile della stessa sua vita. Certo, nobile, ma che porterà inevitabilmente ad altri massacri: la distruzione di Troia, come ben ci ha tramandato Omero.

Nello sviluppo drammaturgico, il pesante fardello della sorte di Ifigenia è solo un punto di partenza, perché il suo sacrificio è stato solo uno dei tanti che ha costellato il cammino dell’umanità e l’idea della violenza, le morti, gli assassinii esistono dal principio, a cominciare da prima di Caino e Abele, attraversando poi la Genesi, Gesù, e arrivando fino a noi, a sottolineare che la giustizia, non la vendetta, è un lungo, lungo cammino e che le parole di Atena che chiudono l’Orestea – il suo delegare agli uomini la responsabilità attraverso leggi condivise – non hanno ancora portato ad una soluzione.

La soluzione del “teatro nel teatro, con intermezzi stranianti, vede gli attori in scena che criticano il testo, parlano al pubblico, esternano i propri sentimenti e filmano in diretta le prove con immagini rinviate su un grande schermo, in una via di mezzo tra ispirazione brechtiana e pirandelliana. Al contempo il regista vero e quello che agisce nella finzione, correggendo anche le maldestre intenzioni e le mancate espressività di chi sta in scena, illustrano come il teatro debba essere sempre, pur ponendo semplici domande, portatore di verità.

Lo spettacolo si muove così su due diversi piani, quello del teatro e della sua efficace rappresentazione, e quello dell’interazione con il pubblico, che viene chiamato in causa e coinvolto. Teatro e vita procedono insieme alla comprensione della vera natura del concetto di “sacrificio”, facendo intendere come ancora oggi, in molte parti del mondo, in nome di quel concetto il male assoluto sia ancora possibile, anche appellandosi a un Dio, tutt’altro che pietoso. Perché, come ci ricordano le due corifee, nel quarto e ultimo stasimo, le parole giustizia e vendetta, così diverse nel loro significato, hanno paradossalmente la stessa radice etimologica.

Gli spettatori che raggiungono Prato in treno possono usufruire del servizio NAVETTA Porta al Serraglio/Teatro Fabbrichino (andata e ritorno), al prezzo forfettario di 2 euro. Il ticket può essere acquistato on-line (ticka.metastasio.it), congiuntamente all’acquisto del biglietto dello spettacolo, entro due giorni prima rispetto alla data prescelta.

Biglietti da 10 a 17 euro, Last minute 8:50 euro

Dove: Teatro Fabbricone Via Ferdinando Targetti, 10/12, 59100 Prato

Per informazioni:
Teatro Metastasio – tel 0574 608501 – Cristina Roncucci 0574/24782 (interno 2) – 347 1122817

Fonte: Ufficio Stampa

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