Spettacoli Firenze

da mercoledì 6 Aprile 2016 a venerdì 30 Settembre 2016

“O flos colende”: festeggia venti anni di vita la rassegna di musica sacra promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore

Winchester Cathedral Choir

Winchester Cathedral Choir

Festeggia venti anni di vita O flos colende, la rassegna di musica sacra promossa dall’Opera di Santa Maria del Fiore, nata nel 1997 per celebrare i 700 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e da allora diventata un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati sempre più numerosi. Sostenuta dal Presidente dell’Opera Franco Lucchesi e dall’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, O flos colende deve il suo successo all’originalità delle proposte musicali e alla qualità degli interpreti garantite (fin dalla prima edizione) dalle cure artistiche di Gabriele Giacomelli, ulteriormente valorizzate dalla suggestiva bellezza del Duomo di Firenze, location dei concerti (a ingresso libero). Otto appuntamenti, sette concerti e l’ormai tradizionale santa messa celebrata dal Cardinale Arcivescovo Betori con inserti musicali da Fauré a Perosi, disegnano il calendario 2016 di O flos colende (6 Aprile – 30 Settembre), riconfermando le peculiarità di «un percorso pensato e studiato attraverso le varie espressioni della religiosità e della spiritualità», dice Giacomelli, «senza dimenticare le radici storiche proprie della musica liturgica fiorentina, custodite nel prezioso Archivio musicale dell’Opera di Santa Maria del Fiore». Una delle principali finalità di O flos colende, fin dalle origini, è stata infatti proprio quella di far conoscere al pubblico l’importante patrimonio musicale lì conservato, e riportato alla luce in programmazioni con interpreti di fama internazionale (l’Hilliard Ensemble con Jan Garbarek, gli Amsterdam Baroque Soloist con Ton Koopman, i Tallis Scholars diretti da Peter Philips, Modo Antiquo e Federico Maria Sardelli, Gabriel Garrido con l’Ensemble Elima, organisti come Jean Guillou, Wayne Marshall, Thierry Escaich, Cristina Garcia Banegas).

Ad inaugurare l’edizione del ventennale di O flos colende, Mercoledì 6 Aprile, è una delle formazioni corali oggi più prestigiose a livello internazionale: il Winchester Cathedral Choir, fra i primi delle grandi cattedrali britanniche, 12 voci virili e 20 voci bianche che si combinano dando vita a un particolarissimo quanto unico colore cristallino del suono. Già ospitato nel Duomo di Firenze dieci anni fa, il Winchester Cathedral Choir oggi diretto da Andrew Lumsden stabilisce il suo legame con la storia di O flos colende interpretando un programma incentrato sul repertorio britannico, ma che allo stesso tempo traccia una suggestiva rete di corrispondenze fra brani corali di epoche e provenienze geografiche varie, con qualche incursione anche nell’antico repertorio fiorentino in omaggio a Santa Maria del Fiore. Non a caso l’apertura del concerto è affidata al solare mottetto Gaudent in coelis di Filippo Vitali (1591-1654), maestro di cappella del Duomo, brano conservato nell’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore e pubblicato in edizione moderna da Gabriele Giacomelli. Il resto del programma ripercorre il repertorio polifonico inglese, dall’epoca rinascimentale di sommi maestri come Thomas Tallis al Novecento di Gustav Holst, toccando anche conclamati capolavori di Anton Bruckner (Ave Maria), Sergej Rachmaninov e Francis Poulenc (Salve Regina):  un prezioso florilegio che non mancherà di far ammirare il Winchester Cathedral Choir, gruppo celeberrimo anche per le incisioni discografiche e per le collaborazioni con prestigiose formazioni come l’Orchestra of the Age of Enlightenment.

Due sono gli appuntamenti ideati per far ammirare ancora una volta lo spettacolare, grande organo Vincenzo Mascioni del Duomo di Firenze, con le sua voce spiccatamente sinfonica e una potenza sonora di ben settemila canne, tornato a suonare grazie proprio a O flos colende. Mercoledì 27 Aprile, la serata si articola in due parti congiunte ma distinte. Un concerto doppio, che ospita prima Giulio Mercati, organista molto attivo anche nella Sala Grande della Filarmonica di San Pietroburgo e della cattedrale di St. Patrick a New York, collaboratore a fianco di direttori come Vladimir Ashkenazy, Jurai Valčuha, Ottavio Dantone, impegnato anche come compositore: con un programma aperto dal virtuosistico Preludio e Fuga BWV 543 di Bach, e che prosegue poi nel segno tardo-romantico con una suggestiva trascrizione del celebre Lied an den Abendstern (Canzone alla stella della sera) dal Tannhäuser di Wagner, delicati brani di Louis Vierne e la possente Fantasia sul corale “Wie schön leucht’uns der Morgestern di Max Reger, autore del quale ricorre quest’anno il centenario della morte. La seconda parte del concerto avrà invece per protagonista un duo, formato da Matteo Venturini, organista della Cattedrale di San Miniato di Pisa, e da Andrea Dell’Ira, prima tromba dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Una formazione inusuale ma capace di effetti sonori spettacolari, e impegnata in un programma che dal Barocco di Bach ed Händel giunge fino ai giorni nostri, includendo anche un’interessantissima trascrizione – realizzata dallo stesso Venturini – del primo tempo della Sinfonia n. 4 di Brahms. Venerdì 20 Maggio si tiene il secondo appuntamento dedicato a valorizzare quelle caratteristiche sonore che fanno dell’organo Mascioni uno strumento unico in Italia e fra i pochissimi del genere al mondo: ne è protagonista l’americana Gail Archer, una delle pochissime donne interpreti di organo, artista di fama internazionale e nota anche come docente e direttrice di coro, fondatrice di un network internazionale (musforum.org) per promuovere e affermare il lavoro delle donne organiste, direttrice musicale alla Columbia University di New York nonché organista nella storica Sinagoga Centrale della medesima città. Una musicista di primissimo rango, che per il concerto a Firenze propone un programma particolarmente sfaccettato, dove capisaldi della letteratura per organo barocca (Buxtehude, Bach) e tardo-romantica (Reger) sono abbinati ad un omaggio alla musica novecentesca americana, declinato prevalentemente al femminile grazie alla presenza di Ascent di Joan Tower e di Elegy di Mary Howe.

Martedì 14 Giugno, O flos colende ospita il debutto in Toscana della Cappella Neapolitana, ensemble strumentale specializzato nel repertorio barocco e che è l’erede diretto della storica e rinomata Cappella della Pietà de’ Turchini. Sotto la direzione di Antonio Florio, la Cappella Neapolitana si unisce alla voci del soprano Francesca Boncompagni (nota per le sue interpretazioni accanto a Les Arts Florissants di William Christie e al Collegium Vocale Gent di Philippe Herreweghe) e del contralto Daniela Salvo (apprezzata nel repertorio operistico del Settecento napoletano) per proporre un programma – ideato in esclusiva per la rassegna – che indaga nella musica sacra del Barocco fra Firenze e Napoli. Una serata animata dai contrasti espressivi tipici di quell’epoca e aperta dal nome di Pietro Sanmartini, compositore fiorentino che fu maestro di cappella di Santa Maria del Fiore dal 1686 fino alla morte (1701), qui rappresentato in particolare dal mottetto per soprano O benignissime Jesu (trascritto da Gabriele Giacomelli), brano ora drammatico ora dolcissimo che vede Santa Cecilia raccontare in prima persona il suo martirio. Il resto del programma guarda invece alla scuola napoletana, riunendo pagine di Francesco Provenzale (Pange lingua), Gennaro Manna (Litanie per la Beta Vergine), Leonardo Leo (Salve Regina) e un Salve Regina attribuito ad Alessandro Scarlatti e che nel suo pathos struggente coinvolge sia il soprano che il contralto.

È ormai diventato un appuntamento tradizionale quello che O flos colende propone per la Festa di San Giovanni, patrono della città di Firenze, e che nasce dalla rinnovata collaborazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ma stavolta anche da quella, inedita, con la Scuola di Musica di Fiesole. La mattina di Venerdì 24 Giugno, il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, celebra una messa le cui sezioni sono intercalate dalla Messe des pêcheurs de Villerville (così chiamata perché i proventi della sua esecuzione furono a sostegno dell’associazione di pescatori di quel paese della Normandia), composta a quattro mani da Gabriel Fauré e dal suo allievo André Méssager. Una pagina di soave semplicità, incorniciata da due mottetti (fra i quali Elizabeth Zachariae, dedicato proprio a San Giovanni Battista) di Marco da Gagliano, musicista di spicco del Seicento fiorentino e maestro di cappella di Santa Maria del Fiore, e arricchita dalla presenza di altri brani, come l’Alleluja composto da Michele Manganelli (attuale maestro di cappella di Santa Maria del Fiore) e il delicato Ave verum di Charles Gounod. Il tutto a ricreare una suggestiva liturgia che nell’esecuzione musicale coinvolge, alternandoli in varie combinazioni, gli strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana – l’apice del percorso formativo della Scuola di Musica di Fiesole – e il Coro delle Voci Bianche del Maggio Musicale Fiorentino guidati da Lorenzo Fratini, e la Cappella Musicale di Santa Maria del Fiore, affiancata da Daniele Dori all’organo, sotto la direzione di Michele Manganelli.

Atmosfere suggestive e cariche di significati spirituali contraddistinguono l’appuntamento di Martedì 12 Luglio. Per la prima volta nell’ambito di O flos colende risuona la musica delle più diverse tradizioni etniche ispirata dal sentimento del sacro: è la serata significativamente intitolata “Tre voci per tre fedi”, dove dialogano le musiche delle antiche tradizioni cristiana, ebraica e islamica, per disegnare un panorama dove il canto si unisce alle caratteristiche timbriche di particolari strumenti legati proprio a quelle culture. Dai canti della tradizione sufi alle preghiere e agli inni cristiani della mistica Hildegard von Bingen, dalle intonazioni in arabo, siriano ed aramaico ai brani ebraci provenienti dalle zone balcaniche e dal Marocco, questa variegatissima silloge che rende omaggio in musica alle tre grandi religioni monoteiste ha per protagonista principale e ideatrice Patrizia Bovi, che lo interpreta come soprano, suonando l’arpa e dirigendo. Accanto a lei, nota per aver dato vita all’ensemble Microlugus dedito alla musica medievale e aver ideato spettacoli di successo come “Festa fiorentina… per contar di frottole” e “Myth”, si riuniscono in questo viaggio musicale interreligioso il soprano Françoise Atlan, il contralto Fadia Tomb El-Hage, Peppe Frana all’oud e al liuto, Gabriele Miracle alle percussioni e al dulcimer.

Sette voci a cappella, celeberrime in tutto il mondo e ormai diventate un’autentica leggenda. Sono gli strepitosi Swingle Singers, che si presentano per la prima volta nella programmazione di O flos colende, protagonisti dell’appuntamento di Giovedì 8 Settembre, data che congiuntamente segna la Festa della Natività di Maria e quella della fondazione dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Per quello che è annunciato come il loro unico concerto in Italia, gli Swingle Singers hanno confezionato un programma appositamente pensato per O flos colende, affiancando i loro più celebri cavalli di battaglia (fra i quali l’Aria dalla Suite per orchestra n. 3 di Bach, da più di trent’anni evocativa sigla del programma televisivo Superquark) a brani composti originalmente dagli stessi componenti del gruppo (Swim di Edward Randell, Hiding your smile di Johanna Goldsmith-Eteson), a trascrizioni di Bach (anche la Badinerie dalla Suite per orchestra n. 2) e Corelli, di Debussy (Clair de lune), di spiritual e canzoni pop. Il tutto a disegnare una serata d’atmosfera aperta alla riflessione etica se non spirituale, ricomponendo un eloquente spaccato di quel variegatissimo e originale repertorio le cui basi vennero gettate, nei primi anni Sessanta, da Ward Swingle, il leggendario fondatore del gruppo, e che da allora ha consacrato gli Swingle Singers alla popolarità mondiale.

È con una prima esecuzione assoluta che si conclude l’edizione 2016 di O flos colende. Venerdì 30 Settembre, nelle maestose architetture del Duomo di Firenze risuonerà infatti la musica di Agnosce, Filii, misericordiam Patris, nuovo dramma sacro (per voci recitanti, soli, coro, ottoni e organo) ideato e composto in occasione del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco nel 2015. Incentrato sul Vangelo secondo Luca, al quale sono affiancati passi tratti dai salmi e dai diari della santa polacca Maria Faustina Kowalska, il dramma Agnosce, Filii è un ampio lavoro collettivo, che ha coinvolto nella sua creazione ben nove diversi musicisti, tutti docenti di composizione del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma: sono Marialuisa Balza, Italo Bianchi, Stefano Chinca, Renzo Cilia, Marco Cimagalli, Valentino Miserachs Grau, Michele Manganelli, Silvano Presciuttini, Gabriele Russo. Nove personalità differenti, che hanno dato vita a una composizione dove l’autonomia di ciascuna si inserisce coerentemente nel disegno complessivo della pagina. Ad interpretarla sono gli Ottoni del Maggio Musicale Fiorentino, gruppo nato in seno alla rinomata formazione orchestrale e forgiato nel suono e nello stile da Zubin Mehta, assieme ai Solisti e Coro della Cappella Musicale di Santa Maria del Fiore, sotto la guida del maestro di cappella della Cattedrale di Firenze Michele Manganelli. Una proposta che fa di O flos colende non solo una rassegna dedicata alla valorizzazione della tradizione e alla riscoperta di rarità, ma anche attiva nella promozione della musica contemporanea d’ispirazione sacra.

Informazioni e prenotazioni:
Opera di Santa Maria del Fiore – Via della Canonica 1, Firenze
Tel. 055 2302885, ofloscolende@operaduomo.firenze.it
www.operaduomo.firenze.it

Fonte: Ufficio Stampa

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