Teatro Prato

da giovedì 25 Ottobre 2018 a domenica 28 Ottobre 2018

Decameron 2.0 apre la stagione teatrale del Metastasio

Decameron 2.0

Il Teatro Metastasio di Prato apre la stagione teatrale 2018-2019 con la nuova produzione Decameron 2.0, giovedì 25 ottobre, ore 20:45.

Con repliche fino al 28 ottobre, feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30.

DECAMERON 2.0
The Stories We Sell Ourselves In Order To Live /
Le storie che ci raccontiamo per continuare a vivere
dal Decamerone di Giovanni Boccaccio
ideazione, regia, video Letizia Renzini
drammaturgia Theodora Delavault
coreografia Marina Giovannini
musiche, text film Yannis Kyriakides
collaborazione alle musiche Andy Moor

con Theodora Delavault, Marina Giovannini, Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Lucrezia Palandri
live electronics Yannis Kyriakides
chitarra elettrica, chitarra baritona Andy Moor
live camera Letizia Renzini
in video Lore Binon, Monica Piseddu, Monica Demuru

produzione video Raffaele Cafarelli/Red-Fish
luci Moritz Zavan
costumi Boboutic

produzione del brano Muoviti, Amore, e vattene a Messere su testo di Giovanni Boccaccio a cura di Drone 126

si ringrazia Lorenzo Pazzagli, CANGO-Centro nazionale di produzione/Virgilio Sieni, CAB008

produzione Teatro Metastasio di Prato
con la collaborazione di Spoleto61 Festival dei 2Mondi

Cosa è rimasto del Decameron di Giovanni Boccaccio e della brulicante nuova società da lui raccontata? Delle passioni, degli intrighi, delle perversioni e dissipazioni, delle morti e dei motti, dei grandi amori e delle miserie, dei nobili cuori e delle ciniche astuzie, delle ballate e delle bestemmie, delle preghiere e del letame? In questa terra un tempo incantevole, che è diventata globale, e che ha cambiato l’aspetto ma non lo spirito, sembra che in fondo tutto sia rimasto com’era; soltanto aggiornato alle sorti contemporanee, come un programma in upload.

Nel tempo del vagheggiamento boccacciano, scappando dalla realtà, si nutre lo spirito ed esplodono i sensi. Oggi, nel tempo del vagheggiamento espanso, alle soglie della fine del lavoro, della realtà abbiamo perso il controllo: ci sfugge, si nasconde, o sembra non doverci interessare.
Assuefatti ai morti quotidiani ed alle eterne giovinezze, si compete tutti contro tutti in una corsa virtuale oppressa dai miraggi del successo, abnegati ad una forma arbitraria di bellezza.  Finché vita, morte, amore, tempo e libertà poco importano più.

Sembra compiuto il viaggio di andata e ritorno: la concezione escatologica ed iniziatica del Boccaccio è una trappola che non eleva ma che ci riporta nel loop: ci raccontiamo quello che ci serve per andare avanti, e continuando a raccontare, costruiamo le nostre case fasulle, le nostre fragili dimore temporanee. Oggi i figli della peste, scampati alla morte, sopravvissuti all’ennesima crisi, consapevoli di aver perso la facoltà del libero arbitrio, sanno di aver di fronte un’unica scelta: cosa diventare o chi essere.

Dove: il Teatro Metastasio via Carioli 59, Prato.

Fonte: Ufficio Stampa

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