Cultura Montecalvoli

venerdì 24 Ottobre 2014

“AmorAmerica”: al via con la presentazione del libro su Cuba del presidente regionale Arci

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Dopo il grande successo riscontrato l’anno scorso, ricomincia “AmorAmerica”, il ciclo di incontri sull’America Latina organizzato dall’Arci della Zona del Cuoio per approfondire la conoscenza di un continente ricco di esperienze progressiste avanzate, poco conosciute in Italia anche all’interno della stessa sinistra.

Il primo appuntamento di quest’anno sarà su Cuba, venerdì 24 ottobre alle 21 al Circolo Arci La Perla di Montecalvoli, e sarà preceduto da una cena popolare aperta a tutti (prenotazioni al 3470432001).

Il presidente regionale dell’Arci, Gianluca Mengozzi, presenterà il suo libro su Cuba, affiancato dal co-autore Claudio Machetti di Carretera Central, associazione senese che da anni si occupa di cooperazione con Cuba. L’incontro sarà anche l’occasione di fare il punto sulla cooperazione con l’isola caraibica, e di conoscere il nuovo progetto a cui l’Arci della Zona del Cuoio ha appena aderito. Carla Cocilova, responsabile del settore Internazionale di Arci Regionale, ne illustrerà i dettagli. L’incontro sarà introdotto e coordinato da Marcello Cavallini, responsabile del settore Internazionali di Arci Zona Cuoio.

Il libro di Mengozzi e Machetti narra la storia di uno dei progetti culturali più arditi mai concepiti in America Latina: pochi mesi dopo la rivoluzione cubana, Fidel Castro e Ernesto Che Guevara decisero di trasformare l’esclusivo Country Club dell’Avana, dove un tempo solo i ricchi cubani potevano sollazzarsi, in un luogo in cui ognuno potesse esplicare liberamente la propria creatività. Nacque così l’idea delle Scuole Nazionali d’Arte, la cui progettazione avveniristica fu affidata a un architetto cubano, Ricardo Porro, e a due architetti italiani che erano andati a Cuba attratti dal sogno rivoluzionario, Roberto Gottardi e Vittorio Garatti.

Quello che crearono fu una delle opere più innovative e avanzate di quegli anni, tanto da essere definita una anticipazione dell’avanguardia postmodernista. Una scuola dove i ragazzi imparassero liberamente tutte le discipline artistiche in un ambiente fantastico che si fondeva perfettamente con la natura. Al tempo in cui in Europa si proclamava che la fantasia dovesse andare al potere, cosa poi mai avvenuta, a Cuba questo era già successo. Un complesso architettonico audace e bellissimo, simbolo stesso della rivoluzione, era stato progettato e iniziato in brevissimo tempo. I corsi didatti iniziarono in corso d’opera, ma i lavori furono presto colpiti dalle difficoltà sopraggiunte a causa della crisi e dell’embargo statunitense. Varie vicissitudini seguirono, intrecciandosi con le vicende più note della storia cubana. Oggi le forme oniriche e sensuali di quegli edifici sono un patrimonio dell’umanità che il governo dell’isola ha recentemente deciso di restaurare e completare. Una bellissima storia di sogni e concrete utopie, in cui la cultura e l’educazione assurgono a valori esemplari, intesi senso più alto di stimolo al cambiamento sociale. Perché, come diceva il Che, un bambino che non studia non è un buon rivoluzionario.

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